“Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò … (Gv 20,16)
Tra pochi giorni – il 24 aprile – alcuni dei nostri ragazzi con don Simone si metteranno in viaggio verso Roma per il “Giubileo degli adolescenti”. Diverse persone della nostra comunità hanno già vissuto o vivranno a breve esperienze legate a questo tempo particolare che è l’Anno santo.
Non solo quelli giubilari ma tutte le forme del pellegrinaggio sono segno del desiderio di non rimanere fermi ma di aspirare alla pienezza di una vita “all’altezza delle attese del nostro cuore”. E ci si mette in cammino quando si intuisce che è arrivato il tempo giusto.
Per i discepoli di Gesù, ciò che “rende giusto” il tempo è la Pasqua che stiamo celebrando. Sia per chi può permettersi un pellegrinaggio, sia per chi non riesce a muoversi dalla sua casa, la Pasqua rende possibile l’unico movimento all’altezza della vita: “voltarci” nella direzione di una voce familiare che ci chiama ad uno sguardo capace di illuminare passi di libertà.
Voltarsi permette di lanciare lo sguardo in una direzione diversa da quella che ci verrebbe più spontanea. Voltarci ci permette di scorgere sorprese, di scorgere l’Inatteso.
In questi giorni confusi, credo sia proprio questo l’augurio adatto alla nostra comunità: “ascolta e voltati!”. Serve proprio a ciascuno di noi e serve al mondo intero.
Mi permetto di evocare qui alcune delle realtà dove spero questo riorientamento possa continuare a capitare.
L’occasione del Giubileo ha rimesso a tema, per diversi di noi, il desiderio di uno sguardo nuovo sul sacramento della confessione. Ridotto, di fatto, per tanti di noi, ad una specie di sforzo per diventare perfetti, ad un passaggio solipsistico in una “lavatrice dell’anima” o ad una seduta simil-psicologica a basso costo a caccia di un po’ di benessere spirituale, mi auguro che – come emerso nell’itinerario liturgico/catachestico vissuto in questa quaresima con un gruppo di adulti disposti a sperimentare gesti e parole non solite attorno al quarto sacramento – possiamo ritornare a gustarlo nella sua ricchezza. Ne va della serietà e della fecondità del nostro essere discepoli del Signore Gesù.
La ricorrenza del 55° di consacrazione della nostra chiesa, avvenuta il 27 maggio 1970, rappresenterà l’ennesima opportunità perché la nostra parrocchia, riconoscendosi radicata in una storia particolare, si impegni a comprendere con più passione il contesto nel quale siamo chiamati ad essere oggi una comunità capace di Vangelo. Lungi dalla tentazione di accontentarci di una celebrazione sterile, spero che questo anniversario divenga per noi rilancio di passione missionaria.
Insieme ad alcuni momenti di festa che condivideremo anche con il Gruppo degli Alpini che ricorderanno il loro 50° di fondazione, il prossimo mese ci offrirà alcune opportunità “per allenare uno sguardo altro” sul tempo che stiamo vivendo. Con alcune parrocchie della città e della provincia, nei giovedì di maggio, incontreremo alcune voci che con sapienza provano a leggere ciò che sta capitando in questo nostro mondo.
L’ultimo giovedì di maggio, con l’aiuto di don Goffredo Zanchi, storico del Seminario di Bergamo, proveremo a evidenziare quali siano stati i cambiamenti avvenuti da quel 1970 – anno della avventura dell’Apollo 13 e del primo volo del Concorde, anno in cui si accende la passione dei ragazzini per Pippi Calzelunghe e dei grandi per Rischiatutto, anno della mitica Italia-Germania ai mondiali di calcio a Città del Messico, dell’attentato a Paolo VI durante il viaggio nelle Filippine e dello sventato golpe Borghese – ad una parrocchia della cintura cittadina come la nostra. Proprio riconoscere con simpatia queste mutazioni, evitando i toni della sterile nostalgia e del risentimento, mi sembra sia ciò a cui ci chiama oggi la voce del Risorto.
L’attenzione nei riguardi delle fatiche che gli adolescenti stanno vivendo, anche nelle nostre case, attenzione rilanciata dall’incontro di martedì 15 aprile con Matteo Lancini, sta chiedendo agli adulti il coraggio di uno sguardo nuovo, non tanto sui ragazzi, ma proprio su di noi e sul modo con cui stiamo costruendo il mondo nel quale loro possano provare a diventare donne e uomini capaci di gustare la bellezza della vita.
Infine, anche il cambio del parroco, esperienza che Azzano condividerà con tante altre parrocchie, spero possa favorire scelte che diano sempre più forma a una comunità meno “clericocentrica”. Anche se suona un po’ strano, questo è un termine con cui ci stiamo confrontando da tempo: il futuro delle comunità non abiterà nel tentativo di trattenere modalità già sperimentate di essere chiesa. Servirà il coraggio di una disponibilità alla fantasia dello Spirito. È lui che rigenera, in ogni momento della storia, comunità capaci di lasciarsi interpellare dal Vangelo che germoglia dove l’uomo concretamente vive e spera. Solo così le nostre parrocchie saranno capaci di accogliere e valorizzare in modo nuovo anche il ministero dei preti.
Termino augurando a tutti, specialmente a chi tra di noi sta vivendo tempi segnati dalla preoccupazione e dal pianto, di poter sentire come il Risorto non lasci mancare, a chi cerca con passione una speranza, il suono di una voce familiare che, pronunciando il nostro nome, ci libera dalla solitudine e dalla rassegnazione.
A nome anche di don Andrea e don Simone, buona Pasqua!
don Alberto
PS. Come il consiglio degli affari economici ci ha illustrato nell’incontro del 27 marzo scorso, le casse della nostra comunità hanno bisogno di essere rimpolpate! Sia l’aumento del costo delle utenze, sia la necessità di prepararsi a sostenere i lavori che si sono resi necessari sia in chiesa parrocchiale che in sant’Anna ci chiedono un gesto di generosa corresponsabilità. Come al solito le buste potranno essere consegnate direttamente in chiesa o in casa parrocchiale. Per chi preferisce la forma del bonifico, questi i riferimenti del conto intestato a: Parrocchia della Conversione di san Paolo. IBAN: IT94 O 030 6952 5751 0000 0000 727 presso Banca Intesa San Paolo.